Un monumento nazionale che appartiene allo Stato italiano può diventare la sede di un’organizzazione che ha lo scopo di ” difendere le fondamenta giudaico- cristiane del mondo occidentale”? È accaduto ufficialmente mercoledì scorso, con la firma che ha formalizzato la concessione con la quale il ministero per i Beni culturali affida per 19 anni la magnifica Certosa di Trisulti, nel cuore della Ciociaria, al Dignitatis Humanae Institute.
Nonostante una forte polemica locale ( approdata nei mesi scorsi anche alle cronache nazionali) e nonostante la dichiarata opposizione del sindaco di Collepardo, il ministero non ha esitato a consegnare il monumento all’associazione fondata e guidata da Benjamin Harnwell, « the smartest guy in Rome », secondo la sperticata definizione di Stephen Bannon orgogliosamente inalberata sulla home page del sito dell’associazione. Sì, proprio quel Bannon: l’ex capo stratega della Casa Bianca di Donald Trump, ora grande accusatore del presidente. Un dissidio, quest’ultimo, che non turba il Dignitatis Humanae Institute, che nelle sue pagine web continua a presentare il pensiero di Trump come il proprio principale punto di riferimento, esaltandolo anzi come « uno dei pochi leader politici che difende la sopravvivenza dell’Occidente cristiano contro la sinistra nichilista».
Posizioni condivise dai due politici italiani che fanno parte del vertice dell’associazione: Luca Volontè (ex capogruppo Udc a Montecitorio, appena assolto in un processo per riciclaggio) che la presiede, e Rocco Buttiglione. Sulle stesse posizioni teocon estreme è anche il presidente onorario del Dignitatis Humanae Institute, il cardinale Renato Raffaele Martino, che invitò Bannon a parlare in Vaticano e che scrisse una lettera (poi resa pubblica) in cui chiedeva a papa Francesco di convincere il ministro Dario Franceschini ad assegnare la Certosa proprio alla sua organizzazione.
Fin qui i fatti. Poi iniziano le domande: è giusto che un sito monumentale pubblico dell’importanza artistica e storica di Trisulti diventi la prestigiosissima base di una organizzazione politico- religiosa di questo stampo? La triste consunzione dei grandi ordini religiosi medioevali sta svuotando parti crescenti del patrimonio monumentale sacro di proprietà pubblica: gli ultimi monaci hanno appena lasciato Trisulti. Non è facile trovare sempre soluzioni adeguate, ma la Repubblica non può violare la propria laicità (faticosamente conquistata e difesa) e non può che consacrare alla produzione e alla redistribuzione della conoscenza e della cultura ciò che un tempo era dedicato al culto cattolico. E invece mancano del tutto al nuovo gestore il profilo culturale e la comprovata esperienza di gestione di beni culturali che il bando del Mibact chiedeva, e che la commissione ministeriale avrebbe dovuto verificare.
Oltre ai rapporti politici, deve aver pesato l’offerta economica. Il Dignitatis Humanae Institute ha offerto 100mila euro l’anno: poco per il valore intrinseco del monumento, ma un mare di soldi rispetto a ciò che può offrire una cooperativa culturale di giovani storici dell’arte decisi a studiare, gestire e far conoscere un monumento. Non per caso, gli altri beni concessi dal Mibact a simili cooperative attraverso lo stesso bando hanno spuntato canoni annui da 4mila a 6mila euro: un’altra prova del carattere abnorme e sospetto del caso Trisulti. E se domani una Scientology, o qualche setta danarosa, si volesse prendere un altro monumento, cosa risponderebbe il nostro ministero? Non stiamo forse aprendo la strada a un pericolosissimo shopping internazionale, attraverso il quale i più singolari movimenti potranno acquisire fantastiche sedi di rappresentanza nel nostro Paese? È ormai da tempo evidente che l’alienazione (materiale o morale) del patrimonio culturale italiano rischia di negare alla radice il progetto della Costituzione, che lo vuole leva fondamentale per il “pieno sviluppo della persona umana” e per il “progresso spirituale della società”. Ma era difficile anche solo immaginare che proprio un pezzo pregiatissimo di quel patrimonio diventasse la base italiana della propaganda del pensiero intollerante e inquietante di Bannon e Trump. Non sarà il caso di porsi finalmente qualche domanda?
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