La Certosa di Trisulti sorge maestosa al centro di una foresta secolare. Fondata nel 1204 da Papa Innocenzo III, dal 1208 è affidata ai monaci certosini fino al 1947, quando sono sostituiti dai cistercensi. Oggi, di una delle più prospere comunità monacali dell’antico continente rimane soltanto un monaco e il rischio che la Certosa chiudesse privando l’intera civiltà occidentale di un patrimonio unico da un punto di vista non soltanto spirituale, ma anche storico, artistico e culturale (ospita una biblioteca con più di 36mila volumi) fino allo scorso anno era concreto.
Da pochi mesi si prospetta una nuova speranza: grazie a un bando indetto dal Mibac (il complesso è un Monumento Nazionale, perciò di proprietà dello Stato), l’associazione Dignitatis Humanae ha vinto la concessione degli spazi per diciannove anni, impegnandosi a pagare un affitto annuale di centomila euro e a svolgere lavori interni tra cui la realizzazione di camere e dormitori per più di cento posti letto. Il suo presidente, Benjamin Harnwell, è originario di Leicester, in Inghilterra, e da qualche mese vive nel monastero insieme all’ultimo monaco rimasto e al custode.
Tra le mura della Certosa sorgerà la scuola di formazione politica per sovranisti voluta da Steve Bannon, ideologo e capo stratega di Trump dal 20 gennaio al 18 agosto 2017. Non è un caso che Bannon abbia scelto l’Italia e un luogo simbolico come la Certosa di Trisulti per dar vita alla sua scuola di formazione. Per l’ideologo statunitense il nostro Paese rappresenta un laboratorio politico ed egli è stato tra gli artefici dell’accordo fra Lega e Movimento 5 Stelle e della formazione del governo giallo-verde che sintetizza la sua visione politica che unisce sovranismo e populismo.
Benjamin Harnwell è il braccio destro di Bannon in Italia e non ha remore a definire in più occasioni Steve «un genio» per aver compreso in quale direzione andrà la politica nel futuro; non più una contrapposizione fra destra e sinistra, non più una visione orizzontale della politica, bensì verticale, «popolo contro élite» e lo scontro tra il blocco «sovranista-populista» e quello «mondialista».
Harnwell non si definisce un conservatore perché giudica questa definizione legata a schemi ormai superati, ma un «sovranista populista» e, se gli si fa notare che sovranismo e populismo rappresentano due concetti diversi, utilizza l’espressione «national populism» per definire le forze politiche vicine al pensiero di Bannon. Per comprendere il concetto di «national populism» è utile la lettura di Populism in Western Europe di Teun Pauwels che, riprendendo quanto già teorizzato da Cas Mudde in Populism. A very short introduction, divide il populismo in tre categorie: neoliberal populism, social populism e national populism, quest’ultimo concetto in italiano può essere identificato con il sovranismo.
Quest’estate a Roma verrà inaugurato il primo corso della scuola di formazione politica e dal prossimo anno le lezioni si sposteranno nella Certosa. Non sarà una scuola tradizionale, bensì uno strumento, oltre che per formare gli studenti, per creare una rete, un network che promuova un concetto, quello dell’Occidente fondato sui valori giudaico-cristiani.
A suo giudizio la gestione della crisi migratoria rappresenta l’esempio perfetto delle politiche globaliste, così come quanto sta avvenendo in questi giorni con la Brexit sintetizza il ruolo delle élite che cercano di opporsi alla volontà popolare. Su un punto Harnwell tiene ad essere chiaro: «Bannon non vuole gestire la politica europea o imporre la sua linea ai partiti sovranisti, ma dare consigli, ha una certa esperienza che offre a chi vuole ascoltarlo».
Sebbene creda nella possibilità di realizzare un’internazionale sovranista, è consapevole della difficoltà di far collaborare le forze sovraniste a livello europeo proprio a causa della vocazione a tutelare il proprio interesse nazionale che rischia di essere in contrasto con quello delle altre nazioni. L’unico modo per favorire una collaborazione fra i partiti sovranisti europei è un percorso, ancor prima che politico, valoriale e culturale che si basa sulla preparazione della classe dirigente sovranista del futuro e non c’è luogo migliore della Certosa di Trisulti, nella culla della civiltà occidentale, per dar vita a questo progetto. La strada è tracciata.
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