Sa dove porta questo passaggio segreto?».
Benjamin Harnwell sposta un pannello in legno nella sacrestia della chiesa di Trisulti, la Certosa che da qualche giorno il ministero dei Beni culturali ha ufficialmente affidato al suo Dignitatis Humanae Institute per i prossimi 19 anni.
«Conduce all’appartamento privato di Steve Bannon». Le polemiche per l’assegnazione di un monumento nazionale a un’associazione che ha tra i suoi padrini l’ex stratega teocon di Donald Trump non hanno tolto ad Harnwell la voglia di scherzare.
Anche se poi, mentre continua a illustrare i suoi progetti per questo monastero voluto da papa Innocenzo III nel 1204, chiede: «Si capirà che è una battuta?».
Harnwell è il primo laico a gestire questo luogo di culto. I certosini voluti qui da Innocenzo III furono sostituiti dopo la Seconda guerra mondiale dai cistercensi della vicina Abbazia di Casamari. Nel frattempo, con l’Unità d’Italia, la Certosa era stata requisita dallo Stato italiano, diventando monumento nazionale. Nel 2014 l’Abbazia di Casamari decide di ritirare i suoi frati da Trisulti. La palla torna ai Beni culturali, che opta per un bando: una legge del 2004 permette infatti di dare beni del demanio a privati che ne garantiscano la salvaguardia.
Partecipano il Dignitatis Humane Institute e l’Accademia Nazionale delle Arti, vincono i primi. E così l’inglese Benjamin Harnwell si ritrova a gestire uno dei più bei monasteri per i prossimi 19 anni.
Per fare cosa, mr. Harnwell?
«Promuovere l’insegnamento sociale della Chiesa tra i giovani che vogliono entrare nella vita pubblica. E difendere le fondamenta giudaico-cristiane dell’Occidente».
Qui a 900 metri di quota tra i boschi dei Monti Ernici?
«Avevamo chiesto alla Diocesi di Roma di poter essere ospitati in un ex convento nella capitale».
Cosa vi fu risposto?
«Che dovevano farci un albergo. Un monaco cistercense mi disse allora che l’Abbazia di Casamari aveva deciso di abbandonare la Certosa. E io cominciai a studiare la cosa».
La vostra vittoria del bando è stata contestata.
«Abbiamo tutti i requisiti».
Anche l’esperienza nella tutela del patrimonio culturale?
«Dal 2008 ci occupiamo di promuovere la fede cattolica.
Sarebbe irrilevante se avessimo chiesto di gestire il Colosseo, ma per occuparsi di un monastero penso sia un’esperienza importante».
Avete offerto un canone di concessione di 100mila euro l’anno. Da dove arrivano tutti questi soldi?
«Dalle offerte di benefattori».
È possibile sapere i nomi?
«Sono privati cittadini. Per lo più inglesi e americani che vogliono vedere una difesa forte dei valori cristiani».
Sindaci e politici protestano.
«Capisco l’amarezza, ma i sindaci dovranno abituarsi: la maggior parte dei monasteri di questo Paese si svuoterà nei prossimi 20 anni. Noi mettiamo a disposizione 100mila euro l’anno per il restauro e la valorizzazione della Certosa».
A proposito di vocazioni, è
vero che vuole fondare un nuovo ordine religioso?
«Io e i miei collaboratori, una quidicina, vivremo qui a Trisulti.
Vedremo come andrà questa esperienza e non metto limiti alla provvidenza. Lavoreremo ai nostri progetti e pregheremo».
Steve Bannon verrà a Trisulti?
«È un uomo molto intelligente e condivido la sua analisi su cosa sta succedendo alle società occidentali. Dà il suo patrocinio al nostro istituto e sì, certo, spero voglia venire a vedere cosa facciamo nella Certosa».
Lei è di destra?
«Sì, ma non come la intendete in Italia. Mi riconosco nelle politiche di Margaret Thatcher e Ronald Reagan. E comunque siamo molto più a sinistra dei certosini che hanno vissuto qui per 700 anni».
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